I’m pleased to meet ya I could swear we’ve met, giovedì 07.02.2008 / sera

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Jessica Jess Faith Hunter
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Luke bussò alla porta del bagno chiedendomi se ero pronta. Sentivo ancora mio padre sbraitare contro la televisione perchè la sua squadra del cuore stava perdendo. Quella partita lo prendeva così tanto che,ogni volta, aveva bisogno di due birre per digerire la perdita da parte della sua squadra. Non era la prima volta che vedeva quella partita,anzi, quella partita la conoscevo a memoria anche io. Questo solo perchè la partita che mio padre vedeva ogni giovedì sera era stata giocata nel lontano 1998, quando mia madre lasciò la mia famiglia e noi, io e Luke, eravamo costretti a sorbirci continuamente le sue urla e i suoi lamenti per quel tiro sbagliato. Vedeva quella partita sperando di ripetere il litigio che portò i miei a separarsi ma lui non capiva che una partita avrebbe portato quella donna,di nuovo, a casa.
Luke bussò di nuovo, dovevamo andare a casa di Dean. Da quando era passato Natale, io e Luke passavamo i giovedi sera a casa di mio fratello: cenevamo, guardavamo la televisione e tornavamo a casa o rimanevamo per dormire là. Eppure mi faceva fatica perchè io e mio fratello non avevamo più rapporti. Già era tanto se io e lui ci dicevamo ciao. Ma andavo là perchè,sia io sia Dean, volevamo il meglio per Luke e cercavamo di fargli risparmiare quella figura misera e passiva che mio padre era diventato. Sbuffai allo specchio e mi aggiustai i capelli. Si,sono pronta! Mossi la manovella dell'acqua e mi bagnai la faccia pensando che anche quel giovedi sera sarebbe passato facilmente, senza intoppi. E' solo una stupida cena! Mi asciugai il viso e sospirai. A volte ringraziavo quella donna che mi aveva cacciato dall'utero perchè aveva cacciato anche Luke. Se non c'era lui in quella casa non c'ero mai neanche io. Avevo progettato varie volte di fare la borsa e scappare via, soprattutto dopo il litigio tra me e Dean, ma poi pensavo a Luke. Non avrei lasciato mio fratello nell'inferno, non l'avrei abbandonato: lui era l'uomo (anche se aveva solo 15 anni) della mia vita. Aprii la porta del bagno e guardai l'abbigliamento di Luke. Si era vestito in modo elegante anche perchè, nostro fratello, ci aveva avvertito di vestirci per bene perchè ci sarebbero stati i suoi amici quella sera e non dovevamo fargli fare una brutta figura, in quel caso si riferiva più a me che a Luke. Sorrisi divertita e lo presi un po' in giro. Guardati: sei simile un vecchietto! Gli passai una mano tra i capelli e glieli disordinai un po'. Risi e lui mi fece una smorfia. Mi avviai verso la stanza, prese il giubbotto di pelle nero e le chiavi del mio motorino, mi sentivo soddisfatta di poter dire che avevo un motorino tutto mio anche se,qualche giorno prima, già avevo fatto la mia prima caduta. Comunque presi le chiavi, prendemmo i caschi e andammo via lasciando mio padre a guardare quella famosa partita del cazzo.
Salimmo e,in sua presenza, non superai limiti anche se lui,all'improvviso, mi disse di accelerare e lo feci solo per apparire più figa ai suoi occhi: dovevo pur fargli capire che io era la sorella migliore e non Dean anche se loro due avevano un bel rapporto, si volevano bene. Aprirono il cancello quando Luke suonò il citofono ed entrammo nella loro casa-villa. Dean l'aveva comprata per trasferirsi con la sua ragazza, Mary Margaret. Parcheggiammo e,dopo aver superato due,tre auto, arrivammo davanti alla porta. Respirai e controllai il mio abbigliamento: era vestita in modo decente. Avevo messo una semplice maglietta rossa e un pantalone nero così non sarei stata accusata di essere una mangiauomini che si accaparrava gli amici di mio fratello. Venne ad aprire la porta proprio Mary Margaret che non piaceva molto nè a me nè a Luke. La salutammo, io in modo molto sbrigativo, ed entrammo. Subito arrivò anche Dean che si avvicinò a noi e ci abbracciò, ci prese sotto braccio e ci facemmo una foto. Anche il fotografo adesso... stai diventando una persona seria! Glielo dissi a bassa voce, senza farmi accorgere dagli altri ma lui,Dean, mi aveva sentito più che bene. Sorridi! Solo questo mi disse, un atteggiamento tipico di mio fratello, Luke sorrise rimanendo in silenzio davanti ai nostri piccoli battibecchi. Passarono due sue amici, uno che sembrava anche già brillo. Quello brillo catturò la mia attenzione perchè mi squadrò dal capo al basso. Ecco, io mi vesto da brava ragazza e i ragazzi comunque fanno i porci! Dovevo avere una calamita per queste cose perchè era impossibile che ispirassi il sesso di un uomo vestita in quel modo. Infatti qualsiasi ragazzo che corteggiavo,solitamente, non mi avrebbe mai vista con quel vestito. Comunque sorrisi al biondino che poi si rivelò un gran coglione appena aprii la bocca. Si vede che siete fratelli.. avete tutti e tre gli occhi azzurri! Io rimasi un po' sconcertata da quella deduzione che,porca miseria, faceva acqua da tutti i buchi. Non eravamo fratelli solo perchè avevamo gli occhi azzurri, era una gran cazzata! Però era vero, ci caratterizzavano gli occhi azzurri e i capelli scuri.
Ci staccamo e,prima di proseguire ognuno per la sua strada in quella casa enorme, mi fermai accanto a Luke e lo avvertii: mi raccomando, non far fare brutta figura al tuo fratellone! Mi diede una semplice gomitata e poi si avviò da alcuni ragazzi che,evidentemente, dovevano essere suoi compagni. E così io ero l'unico Hunter quella sera che non conosceva nessuno. Mi avvicinai alla sala grande dove c'erano tutti i tavoli dove dovevamo sederci e trovai un viso familiare, troppo familiare: Jason Morris. Spalancai gli occhi e mi girai subito sperando che non mi avesse visto. Cosa faceva là? E se conosce Dean? Cazzo! La serata andava di male in peggio. Poi sentii un mano dietro la schiena. Mi girai e,con sorpresa, mi trovai davanti Mary Margaret. Vieni, ti voglio far conoscere qualcuno! Quella donna era così calma, attraente e dolce che mi faceva venire quasi la nausea. Doveva avere qualcosa di nascosto, non poteva essere sempre così carina e mielosa. Ci avvicinammo a un gruppo di tutti ragazzi in giacca e cravatta anche se io non volevo. Non volevo avvicinarmi perchè c'erano più di quattro ragazzi attorno a me, uno di questi era Jason. Ragazzi, questa è la sorella di Dean: si chiama Jessica! Spostai lo sguardo su mia "cognata", perchè mi aveva presentato come Jessica? Mah.. Allora precisai che il mio nome non era Jessica. Jess!

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Edited by skïppingstõne· - 13/4/2012, 21:49
 
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- Jason Morris -


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«E dai, non fare così. Guarda che torno, eh!» mi rivolsi a Sophie che mi guardava sulla soglia della porta del bagno mentre mi aggiustavo la cravatta davanti allo specchio. Non mi piaceva vederla con il broncio, ma non potevo nemmeno stare con lei 24 ore su 24, e non perchè mi annoiassi o non volessi, ma per il semplice fatto che non le faceva bene. Diverse persone adulte mi avevano consigliato di distaccarmi da lei per qualche ora al giorno, altrimenti mi avrebbe preso per il padre col passare degli anni. Non volevo che Sophie soffrisse anche in un futuro, perciò avevo dato ascolto a quei consigli, e poi non suonavano così male. Sorrisi guardando il suo faccino triste e mi abbassai per darle un bacio sulla fronte. Passai in camera e mi misi le scarpe, anche queste eleganti come il vestito. Stasera ero stato invitato a casa del mio amico Dean, un ragazzo in gamba che avevo conosciuto al liceo e col quale avevo ripreso i rapporti da un anno circa. E quella sera aveva voluto invitare un po' di amici per farci conoscere la sua fidanzata, e in tal occasione c' era anche la sua famiglia. Da quello che sapevo io, Dean non aveva rapporti col padre, non lo nominava quasi mai, sapevo che aveva una sorella e un fratello più piccoli. Dopo aver raccomandato a mio padre di stare attento a Sophie e averla salutata, uscii di casa e salii in macchina. Ero già stato a casa sua un paio di volte, aveva una villa enorme dove ci riunivamo spesso per fare una partita a poker o a biliardo, proprio come dei vecchi. Arrivai a casa sua in un quarto d' ora e, una volta parcheggiato, mi guardai di sfuggita allo specchietto retrovisore della macchina, e poi scesi. Ad aprirmi fu proprio lui, si era messo in tiro proprio come la sua fidanzata, la quale era bellissima ma di primi acchitto mi era sembrata con la puzza sotto al naso. Lo salutai con una stretta di mano e mi accompagnò dagli altri ragazzi che si erano già accomodati. «Ragazzi, mancano solo mia sorella e mio fratello» ci annunciò per non farci spazientire, ma tutti gli dissero che non c' era alcun problema, tranne uno che lamentava di avere troppa fame e che minacciava di iniziare a mangiare. Lo guardai male, ma rinunciai a dirgli qualcosa perchè non volevo rovinare niente a nessuno. Mi davano fastidio le persone sfacciate e maleducate. Sintomo di perfezionismo? Può darsi. Iniziammo a parlare io e i ragazzi, e si intromise nella discussione anche Mary Margaret, la ragazza di Dean. Non le avevo ancora parlato, mi ero limitato ad osservarla e ad ascoltarla. Facevo sempre così quando non conoscevo una persona, maschio o femmina che sia, preferivo prima sentirla parlare e poi dare un giudizio. Più quella ragazza parlava, e più mi sembrava che avesse la puzza sotto al naso. Dopo un altro quarto d' ora arrivarono finalmente il fratello e la sorella di Dean, la quale si rivelò essere la persona che meno pensavo in quel momento: Jess. Quando Mary Margaret la presentò ufficialmente a tutti noi ragazzi seduti, la guardai e anche lei mi guardava. Era uno sguardo, almeno da parte mia, strano; non era lo sguardo per rimorchiare una ragazza, nè tanto meno quello di chi odiava una persona. Forse era semplicemente uno sguardo senza significato. Non aprii bocca, non mi alzai neanche per salutarla. Dopo tutto, l' ultima volta che l' avevo vista l' avevo mandata a fanculo, sarei stato falso a salutarla. In quel preciso istante pensai che avevo fatto non bene, ma benissimo a non dire una mezza parola ai miei amici di Jess, soprattutto a Dean. Cavolo, ma chi ci pensava che sua sorella potesse essere Dean!? Mi domandai come avrebbe reagito se avesse saputo che io e Jess avevamo fatto sesso. Beh, se io avessi saputo che mia sorella aveva fatto sesso con un mio amico, avrei ammazzato di botte prima lui e poi mi sarei incazzato di brutto con lei. Quindi, qualsiasi cosa avrebbe fatto non potevo che essere d' accordo con lui. Rimasi a dir poco stupito, a questo punto mi nacque spontaneo il dubbio che anche lei non sapesse niente di me e Dean. Se lo sapeva era davvero una merda! Mi girai e vidi un ragazzino che si era appena seduto proprio accanto a me; lo guardai e mi resi conto che doveva essere il fratello di Dean, e anche di Jess. Che casino! Anche lui mi guardò, probabilmente per dire ma che cazzo si guarda questo?, allora gli sorrisi e poi tornai a guardare gli altri ragazzi che parlavano a Jess, cercando di evitare lei, la sua figura e anche la sua voce, sebbene era molto difficile.

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view post Posted on 14/4/2012, 17:28
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Avrei voluto tanto evitare quella serata, lo volevo con tutto me stessa. Eppure avevo paura che Dean dicesse di quel che mi era capitato a Luke e non volevo perdere la colonna portante della mia vita e della casa. Perchè,per quanto possa suonare e sembrare strano, Luke era l'unico membro della mia famiglia che avrei salvato, a priori. Dean era stato per tempo la persona di cui mi fidavo di più ma,poi, quando mi ritrovò in un letto di ospedale, prese lunghe distanza con me. Distanze che,col tempo, divennero sempre più grandi. Una volta mi avrebbe detto subito di Mary Margaret, invece, l'avevo scoperto solo grazie a Luke. Poi la portò anche in occasione di una cena di Natale e della vigilia di capodanno in cui mio padre sembrò essere un genitore modello. La vigilia di capodanno.. e come scordare quella sera? Non l'avrei fatto perchè erano successe troppe cose: dal lasciarmi andare ad un ballo "romantico" con Jason al lasciarlo solo là per poi spiare l'allegra famiglia dalla finestra. Tutto sembrava così ridicolo. All'età di nove anni non avrei mai immaginato che io avessi fatto quella fine. Mia madre non c'era più ma mai pensavo di diventare una ragazza a cui non importava più niente della vita.
Quando mi ritrovai una casa piena di gente in giacca e cravatta mi sentii così stupida ma anche fiera. Stupida perchè vedevo che ce n'era tanta di gente che leccava il culo a mio fratello e fiera perchè non dovevo sottomettermi alla donna che doveva fare apparire il marito/fidanzato come un dio. Era sola a quella cena e non avrei dato conto a nessuno, nemmeno agli occhi indiscreti di Jason Morris. Lo sentivo quello sguardo anche se lui cercava di evitarmi come la peste. Ma lui, attualmente, era l'ultimo dei miei problemi. Jared.. Finalmente una persona che sembrava essere diversa da tutta quella massa di ignoranti che stavano in quella casa. Jared sembrava essere innovativo e alquanto curioso, sia per il fatto che non indossava una cravatta, sia perchè i suoi jeans erano strappati. Mi salutò perfino Kirk, il ragazzo che evitavo da una vita perchè non volevo uscire con lui. Non la davo a tutti! Spostai,per pochi secondi, lo sguardo su Morris che sembrava essere tutto preso dal suo mondo e da evitare completamente il mio. Si era vestito anche lui come tutte quelle sanguisughe che mi stavano accanto. Aveva messo perfino la cravatta cercando di risultare serio. Alzai lo sguardo al cielo mentre pensavo che davvero non c'era limite alle sorprese della vita. Accanto a lui si era seduto proprio Luke. Mary Margaret,poi, prese posizione a capo tavolo e invitò tutti gli invitati a sedere. Dean si sedette all'altro lato del capo tavola ma poi cambiò idea e decise di sedersi accanto a Luke, posto che volevo io. Mi sorrise e mi guardò. Puoi anche sederti qua Jess! Indicò il posto di fronte a quello di Morris e sorrisi divertita quando, in realtà, ero incredula. Tutte a me eh? Penso che mi andrò a sedere in fondo! Mi avviai per prendere quel posto ma l'occupò un'altra ragazza che voleva stare accanto al suo amorino bello. Feci una faccia disgustata a guardare quello spettacolino orripilante. Perchè quando due persone si mettevano insieme diventavano così pappa e ciccia? Sospirai e feci buon viso a cattivo gioco. Mi voltai e andai a sedermi su quella sedia che mio fratello mi avevo "offerto". Presi,subito, le posate e le incrociai formando una X. Secondo le credenze popolari, formare una x con due posate portava sfortuna ma io, testarda, facevo sempre quella mossa, solo per sfidare la sorte che non mi aiutava, mai. Presi,poi, la bottiglia d'acqua e versai un po' d'acqua nel mio bicchiere. Mentre versavo l'acqua nel bicchiere guardavo Jason che continuava a far finta che io fossi una sconosciuta e io feci altrettanto. Non mi andava proprio di parlare con una persona di quel calibro!

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view post Posted on 16/4/2012, 16:05





- Jason Morris -


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Venne poi il momento di prendere posto a tavola. Io ero già seduto, poggiai i gomiti sul tavolo e incrociai una mano con l' altra mentre mi godevo la scena in cui Jess cercava un posto a sedere. Cercai di trattenere il mio divertimento quando il posto che voleva occupare le venne rubato da Emily, la ragazza di Peter. Era ridicolo il fatto che volessero fare i perfetti findazatini agli occhi di chi non li conosceva, quando in realtà facevano a gara per chi faceva più corna all' altro. Non si sapeva perchè erano fidanzati, o almeno io non riuscivo a capirlo; tanto valeva essere single e fare quello che si voleva. Non ero il solo che si stava divertendo in quel momento, ma sentii una piccola risata proprio al mio fianco, era il fratello di Jess e Dean. Gli sorrisi, ci mancava poco che scoppiassi a ridere dal nervoso che mi metteva quella situazione. Da una parte c' era il problema di Dean, che non sapeva niente di me e Jess, e poi c' era il problema di Jess. L' ultima volta che l' avevo vista, non ci eravamo lasciati in una maniera decente e carina, ma le avevo suggerito di andarsene a fanculo. Non mi ero affatto pentito, ma più cercavo di allontarmela ed ecco che me la ritrovavo nel posto e nell' occasione che meno mi aspettavo. Destino? Boh, sapevo solo che quella situazione era insostenibile, ma avrei tenuto duro fino all' esaurimento. «Sono Jason!» mi presentai al ragazzino che avevo di fianco porgendogli la mano, ma lui mi diede il pugno. Così, sorridendo, scontrai il mio pugno con il suo. Lo guardavo da vicino, e mi resi conto che assomigliava un po' a Jess, ma Dean proprio no. Non me lo sarei mai aspettato che fosse sua sorella. Jess venne a sedersi proprio di fronte a me, l' unico posto accidentalmente libero. Cercavo di non darle importanza, anche perchè se le avessi parlato avrei finito per litigarci. Ma con la coda dell' occhio controllavo inconsciamente quello che stava facendo, l' espressione del suo viso, ero attento anche se non sembrava. Quando, poi, versò l' acqua nel bicchiere, la guardai. Tenevo le braccia conserte sul tavolo e la osservavo, anche lei mi stava guardando. Ero sicuro che in quel momento mi stava insultando in tutte le lingue del mondo, e questo pensiero mi faceva divertire da morire. Con una mano afferrai il mio bicchiere e lo spostai accanto al suo, volendo significare di versare l' acqua anche nel mio. Le sorrisi, un sorriso antipatico, ma comunque un sorriso. Non aveva scampo, doveva versarmela per forza. Non poteva mica fare la maleducata davanti al fratellino, poi lui avrebbe chiesto spiegazioni alle quali lei non voleva rispondere, sicuro.
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view post Posted on 16/4/2012, 19:43
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ahahaha ci sarà da ridere!
 
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view post Posted on 16/4/2012, 20:28
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Jessica Jess Faith Hunter
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La solita Jess non avrebbe perso occasione per buttare qualche frecciatine e far sentire di merda qualche personaggio là dentro. Forse nessuno aveva capito che quando un leone è in arena, nessuno può fermarlo? Io era un leone e se Jason si credeva che io mi fermassi per così poco si sbagliava da subito. Avrei potuto fare una strage di cuori o avrei potuto,che so, giocare un po' con lui e continuargli a far credere che fossi una poco di buono. Sai quante risate nel vedere la faccia di Dean rossa dalla vergogna? Però, poi, c'era Luke. Per quanto volessi bene a tutti gli alter ego che mi ero creata nel corso della vita, volevo più bene a Luke e non avrei mai desiderato il suo odio nei miei confronti. Diamoci una calmata! Era un consiglio che stavo dando a me stessa. Non c'avrei provato col ragazzo carino che mi stava guardando già da tanto tempo, non avrei urlato contro quello già ubriaco che doveva smetterla di guardarmi le tette e non avrei fatto reagito a qualsiasi attacco di Jason. Ma sgranai gli occhi quando Jason si presentò a Luke. Non gli stringere la mano, quel ragazzo è Satana! Non gli stringere la mano! Guardavo tutta la scena come se fosse di vitale importanza. Era di vitale importanza: non doveva immischiarsi la mia famiglia nei miei affari e,adesso, Jason stava facendo proprio quello! Luke gli diede un pugno e quel ridicolo di Jason sorrise a quell'inusuale saluto del cazzo. Mi sedetti incredula, se i miei occhi avessero potuto, sarebbero caduti a terra. Volevo non prestare attenzione a quel ragazzo che non sopportavo più. Una volta mi era simpatico, i suoi piccoli gesti mi facevano sentire importanti anche se litigavamo sempre. Ma aveva fatto la sparata del cavolo dicendo che io ero una puttana e che dovevo andare a fanculo, perciò non trovavo il motivo di dover prestargli parola. Però succedeva che il suo sguardo finiva su di me e io non volevo essere sottomessa da una persona del genere: meschina, bastarda, ipocrita. Allora, per tenergli testa, lo guardai anche io. Gli stavo chiedendo quale fosse il suo gioco perchè,naturalmente, l'avrei appoggiato. Non avrei lasciato la presa e ucciso la vera Jess solo perchè stavamo ad una cena formale a casa di mio fratello. Mi sarei contenuta con il linguaggio ma non mi sarei certo fermata.
Beviamoci su! Su quel tavolo maledetto si trovavano solo acqua, coca cola e birra. La birra,ovviamente, era per gli uomini. Noi ragazze dovevamo essere disciplinate e rispettose verso i nostri uomini. Dean prestava troppa attenzione a ciò che gli altri dicevano di lui: se un membro della famiglia faceva qualcosa di sbagliato allora sarebbe stata una vergogna per tutti. Io non la vedevo così! Non credevo minimamente a quelle parole che lui diceva sempre. Ma cosa potevo farci? Io ero la strafottente e lui era quello perfettino. Versai l'acqua nel mio bicchiere e lui continua a guardarmi. Cazzo ti guardi Jastronzo? Avevo trovato un nuove nome da regalargli: Jastronzo. Erano finiti i tempi in cui lo chiamavo semplicemente Morris ma iniziavano quelli in cui lui sarebbe stato Jastronzo. E,ciliegina sulla torta, con fare disinvolto e con sorriso da stronzo, il ragazzo avvicinò il suo bicchiere al mio come per dire che dovevo riempirglielo. Povero illuso! Mi girai verso un ragazzo che stava accanto a me e rivolsi la parola a lui dimenticandomi di quella persona che mi stava di fronte. Vuoi bere? Il ragazzo sorrise e versai l'acqua nel suo di bicchiere. Una volta versata l'acqua nel bicchiere, mi rivolsi a Jason che sicuramente voleva sapere cosa avrei fatto. E tu vuoi bere? Avvicinai la bottiglia a lui e l'appoggiai sulla tavola senza versagli un cazzo nel bicchiere contaminato dalle sue impronta. Serviti pure! Ora scusa, stavo parlando col mio amico! Mi girai verso il ragazzo a cui avevo versato l'acqua e iniziammo a parlare del suo lavoro. Era un personal trainer e sorrisi iniziando a pensare me accanto a lui, in palestra. Sbadatamente sarebbe scivolata una mano sul suo petto, un sorriso e poi sarebbe successo quel che doveva succedere. Un giorno dovresti invitarmi a pranzo! Lui mi guardò divertito, sapeva che ero la sorella di Dean e sembrava non preoccuparsene minimamente. Lo farò certamente! Jess colpiva ancora! Non c'era tempo di fermarmi che,immediatamente, c'era una nuova preda che mi stava aspettando impaziente. Era questo il bello di essere stronza e spregiudicata: non mi legavo a nessuno e non prestavo attenzione a nessuno, facevo quel che volevo e lasciavo tutti i problemi a domani, un domani che sarebbe arrivato tra cent'anni.

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view post Posted on 17/4/2012, 15:59





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Lasciai il bicchiere accanto al suo e aspettai la sua reazione. Stranamente in quel momento non mi aspettavo nulla di esagerato o di estremo tipico di Jess, insomma nessuna sua sfuriata. E invece fu proprio quello che successe: si voltò al ragazzo che le siedeva accanto per versargli da bere, anche se lui non le aveva chiesto niente. Non conoscevo quel ragazzo, doveva essere un conoscente di Dean o al massimo della ragazza, Mary Margaret. Comunque guardai la divertente scenetta sorridendo, sì, mi faceva sorridere, lei, i suoi comportamenti, il suo essere una puttana così incoscientemente. Era sorprendente. Poggiò poi la bottiglia sul tavolo rispondendomi male, disse che se volevo bere dovevo servirmi da me. Scossi la testa sorridendo e mi alzai per prendere la bottiglia di birra visto che era lontana dal mio posto. Mi rimisi seduto e ne versai un po' nel bicchiere, rinunciando all' acqua. Un giorno dovresti invitarmi a pranzo! disse rivolgendosi al ragazzo vicino a lei. Non mi stavo sforzando di sentire la loro conversazione, ma lei stava parlando ad alta voce quindi la sentivo per forza. Non ha capito niente! pensai tra me e me. Se pensava di farmi rosicare o se stava cercando un modo per farmi fare un' altra scenata oppure stava solo mettendo alla prova il mio interesse per lei, sbagliava di grosso perchè stavolta neanche un atto impuro mi avrebbe mosso da quella sedia o avrebbe tirato dalla mia bocca parole di gelosia. Dean era a capo tavola, non molto lontano da noi e, guardandolo di sfuggita, potei notare che stava controllando sua sorella. Era come se ci tenesse a fare bella figura, non l' avevo mai visto così teso. Si era accorto che ci stava provando con un suo amico e dalla sua faccia non sembrava andargli bene. Decisi di farmi gli affari miei, era sua sorella mentre per me non era un bel niente. La serata, a parte Jess, stava andando abbastanza bene: le battute e le prese in giro si sprecavano, insomma c' era una bell' atmosfera d' allegria. Quando parlavo con i miei amici alla mia destra mi sembrava di escludere Luke, che invece era alla mia sinistra. Il motivo non lo sapevo, anche perchè non lo conoscevo per niente, era solo un ragazzino di quattordici, quindici anni? Era circondato da persone grandi rispetto a lui e mi dava l' impressione di annoiarsi anche se qualche volta rivolgeva la parola a Dean che gli faceva delle domande. Cominciammo a mangiare: come primo piatto c' erano fettuccine ai funghi porcini e al ragù. Presi la forchetta e alzai lo sguardo su Jess che parlava con quel ragazzo ma a volte sapevo che mi guardava. Luke prese il bicchiere d' acqua per bere, così colsi l' occasione per scambiarci due parole. «Lo sai.. una volta tua sorella mi ha preparato un cocktail eccezionale. C' era birra, ketchup, maionese, sale...» non mi fece finire che disse subito Che schifo! e poi sorrise. A ripensarci, faceva proprio schifo, aveva ragione.

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Il personal trainer, dopo l'ennesimo bicchiere d'acqua, si presentò. Avevamo organizzato un pranzo, un appuntamento in palestra, una lezione privata e una cena senza nemmeno esserci presentati. Lui, probabilmente, doveva saperlo il mio nome e,poi, non potevo mentire. Non potevo mostrargli una delle mie tante carte d'identità false. Ero Jess, anzi, Jessica. Potevo interpretare Jessica: la brava, dolce e pura ragazza. Ma se la cosa fosse andata a lungo termine, poi sarebbe stata dura contiuare a fare la farsa. Forse non dovevo proprio uscire con lui. Insomma, era un amico di mio fratello e gli amici di mio fratello erano tutti dei serpenti con i soldi al primo posto. Ma, adesso, il ragazzo nominato Ethan sembrava essere la persona più interessante da conoscere là dentro. Avevo sentito Jason alzarsi e andare da qualche parte ma non avevo seguito il suo sguardo. Ero semplicemente rimasta a sedere e a parlare con Ethan che,comunque, non mi vedeva come la sorellina dell'amico. A volte anche lui faceva qualche frecciatina sul sesso e poi camuffava il tutto anche se sapeva che io avevo capito tutto oppure usava la carta della gelosia: mentre parlava con me, si girava e parlava con altre donne, una più bella dell'altra. Quando un ragazzo, o uomo in questo caso, usava queste tattiche solo per mostrarsi importante, per fare colpo su di me, io mi sentivo lusingata. D'altronde,certo, erano le tattiche più vecchie del mondo ma facevano sempre piacere. Quando gli dissi il mio nome,naturalmente, non ne fu sorpreso. Mi rivelò di sapere chi io fossi e che,ovviamente, si era fatto un'idea diversa di me. Le apparenze ingannano. Perchè partire prevenuti? Sorrisi prima di alzare il bicchiere e spostarlo un po' verso di lui per fargli capire che stavo brindando alle apparenze. C'era gente che diceva che le apparenze ingannavano, altre che dicevano che le apparenze erano quelle che contavano e che,a volte, erano giuste, giustissime. A me, da uno a dieci, importava due di quell'argomento così frivolo. Ogni apparenza aveva un suo come e un suo perchè,poi, sarebbe stato il tempo a far ricredere sulle apparenze. In più, è a discrezione di una persona se vuole far ricredere la gente sul proprio sè o no. Io volevo dare e creare mille apparenze, far rincoglionire le persone e non far comprendere a nessuno come fossi io. Se scoprivi un mio comportamento, ecco che ne arrivava uno nuovo che ti confondeva, poi un altro che differenziava dai due precedenti. La conversazione continuava senza intoppi e nessuna preoccupazione. Era arrivato anche il primo a tavola e stavamo mangiando come se tutti gli altri fossero scomparsi dalla stanza. Iniziavo a credere che quel ragazzo fosse un imbucato perchè era troppo simpatico e carino per essere un amico di mio fratello.
Concluso il primo, Dean si spostò per andare a parlare con alcuni dei suoi amici e Mary Margaret si avvicinò sempre più da me, da Ethan. Non volevo parlare quella donna. Non mi stava a genio e non mi sarebbe mai piaciuta. Credendo che,spostando lo sguardo da lei cambiasse rotta, iniziai a guardare Jason. Era la persona che,sfortunatamente, avevo di fronte. La mia idea, comunque, non funzionò: lei venne da me ed Ethan e posò una sua mano fredda sulla mia spalla. Cercai di non dare a vedere il mio odio per quella donna e girai il viso verso di lei sfoggiando un bel sorriso. Tutto bene qua? Feci cenno di sì con la testa ed Ethan,poi, iniziò a parlare della serata con Mary Margaret e lei sorrise divertita. Quella strana espressione sul suo viso mi rendeva un po' nervosa ma continuavo a sorridere. Un sorriso che risultava più vero ogni secondo che passava. Infine lui le fece i complimenti per il fidanzamento e, quasi con sorpresa, la donna mi rilevò che il ragazzo carino con cui avevo iniziato a cenare era suo fratello. Non si somigliavano, nemmeno un capello. Come poteva una persona simpatica essere il fratello di una vipera con le unghia finte? Non me lo avevi detto questo Ethan! Lui rise di gusto mentre io continuavo a rimanere un po' rincoglionita. Presi di nuovo il mio bicchiere e,questa volta, non ci pensai due volte a prendere la bottiglia di birra, versarne un po' nel mio bicchiere e berla tutto di un sorso. Mentre posavo il bicchiere, per completare, Jason iniziò a parlare di me con mio fratello, Luke. Jastronzo, spero che un giorno ti cada il piccolo Jason! Stava scherzando? Quel'era il suo intento? Invece era buonissimo! Mi intrufolai nel loro discorso cercando di farli smettere di parlare di me. Jason,comunque, come va l'università? La domanda più stupida e meno evasiva che potevo fare. Non volevo chiedergli niente di personale (anzi, l'avrei fatto se lui mi avesse chiesto qualcos'altro che andava ad intaccare la mia privacy) ma volevo solo che la smettesse di parlare con mio fratello, soprattutto se l'argomento ero io.

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Se non fosse stato per Dean, per il fatto che mi aveva detto più di una volta che ci teneva alla mia presenza, me ne sarei andato già da un pezzo, appena l' avrei vista a dire il vero. Era inutile ripetermi che tanto non me ne fregava niente, poteva fare quello che voleva, che io avevo chiuso con lei e tutte queste cazzate; l' unica verità era che la cretina che avevo davanti non mi lasciava indifferente per niente. Più la guardavo e più mi chiedevo ma che c' entra lei con me? e non sapevo rispondermi perchè non riuscivo a capire se eravamo simili o tanto diversi da scontrarci continuamente. Era lì, davanti a me, che parlava e rideva con quel ragazzo così perfetto ed io la osservavo pensando a tutto e a niente, facendomi domande a cui non potevo rispondere. Era tanto bella quanto stronza, e dentro di me mi chiedevo quanto poteva aver sofferto per essere così cinica, per non provare alcun sentimento nei miei confronti, perchè c' era qualcosa dietro a questa sua maschera, non poteva essere la sua vera personalità, sarebbe stato da spararsi. E la cosa che più mi faceva incazzare con me stesso era che io non fossi in grado di toglierle di dosso quella maschera e poter conoscere la vera Jess, ma probabilmente non l' avrei mai conosciuta. Dovevo solo prendere le cose come stavano, mi aveva alzato un muro davanti impedendomi di fare qualsiasi cosa. Scavalcare il muro o restare dall' altra parte? Questa era una scelta che spettava a me, dovevo valutare se valeva davvero la pena sprecare forza ed energie per scavalcarlo, oppure no. Jason,comunque, come va l'università? sorrisi capendo il suo scopo, le dava fastidio che stessi parlando di lei col fratello. Magari temeva che la sua immagine da brava sorella si macchiasse? Avevo il coltello dalla parte del manico, potevo continuare a parlare a Luke di tutte le cazzate che aveva fatto sua sorella in modo spietato, sì, potevo farlo, sarebbe stato soddisfacente vederla in difficoltà. Non ero così meschino come lei, quindi lasciai perdere e decisi di lasciar intatta l' immagine che il fratello aveva di lei, almeno quella andava salvata. Sapevo che significava essere giudicati da qualcuno che ami, era la cosa più disarmante che poteva accadere specialmente quando hai solo una persona a cui tieni e per cui daresti la tua stessa vita. Non risposi alla sua domanda, non mi andava di parlare con lei delle mie cose private, lei non lo faceva quindi perchè dovevo farlo io? "Come va a scuola?" continuai a parlare con Luke ignorandola, perchè non tornava a parlare col suo nuovo obiettivo anzichè rompere le palle a me? Era suo fratello, okay, ma non lo mangiavo mica!

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Ero ancora sconvolta dal fatto che Ethan,il ragazzo carino, il personal trainer con cui avevo trascorso maggior parte del tempo e con cui volevo,sicuramente, fare un giro tra le lenzuosa, fosse il fratello della ragazza di mio fratello. Inoltre si aggiungeva Jastronzo che iniziava a parlare di me con mio fratello, l'unica persona che non doveva sapere determinate cose di me. Non era tanto la questione Jason, Jason non sapeva nulla di me. Potevo raccontargli tante cose ma molte altre le conoscevo solo io ma mi dava fastidio che mettesse in mezzo la mia famiglia. Che bisogno c'era? Avevamo litigato, che senso aveva mettere la famiglia adesso? Ci eravamo allontanati perciò fare queste piccole vendette mi sembravano inutili. Infatti, subito, mi intromisi ma lui mi trascurò. Non mi prese in considerazione, non mi degnò nemmeno di uno sguardo o di una parola. Mi ignorò e io rimasi incredula nel vedere con quanta leggerezza mi aveva considerato. Zero, non mi diede zero. Almeno,però, chiese a Luke della sua scuola e non della mia. Luke guardò prima me e poi rispose allo sfigato. Bene. Ritornò a guardarmi e io gli feci il gesto di andare. Lui,allora, seguii i miei ordini e si alzò dal posto. Questa non te la faccio passare liscia!
Rivolsi la parola ad Ethan mentre guardavo Jason che mi stava facendo alterare. Scusami un attimo! Mi alzai dal mio posto e presi Jason per la manica della giacca costringendolo ad alzarsi. Eravamo faccia a faccia e lo stavo guardando con sguardo arrabbiato e quasi torvo. Tu vieni con me! Poteva anche lamentarsi, strattonarmi, urlare o addirittura picchiarmi, mi sarei rialzata e lo avrei portato a forza con me. Iniziai a tirarlo verso di me mentre attraversavo il salone. Tutta la gente ci stava guardando, anche Mary Margaret, anche mio fratello che, senza ombra di dubbio, stava già pensando che lo stavo mettendo in ridicolo. La persona per cui mi dispiaceva di più era Ethan, difficilmente sarei potuta scappare con lui dopo questa scena. Salimmo le scale. Io ancora lo tenevo e non gli parlavo. Arrivammo,finalmente, davanti la porta del bagno. La spalancai, entrammo e chiusi la porta a chiave. Qual è il tuo problema Jason? Adesso doveva rispondermi e non doveva fare lo stupido bambino che aveva dimostrato di essere finora. Potevi anche rispondermi,prima, invece di fare tutto l'offeso e iniziare a dire a mio fratello cosa io ho fatto e non con te! Puntai l'indice sul suo petto, parlavo velocemente e sentivo le vene pulsare. Lo guardai negli occhi. Non sapevo più cosa dirgli, non sapevo più cosa fare. Quel ragazzo, per quanto bastardo e contorto, continuava ad infastidirmi. Un fastidio che,però, continuavo a cercare, volere. Mentre lo guardavo, pensavo a tutti i baci che ci eravamo dati: sotto la doccia in palestra, al mare, in auto, nel castello abbandonato. Quasi presa da un impulso pazzo, mi avvicinai a lui e lo baciai. Non era uno di quei baci semplici e puri come quelli dei film, era un bacio tentatore, peccaminoso.. uno di quelli che non ti scordi mai! Tenevo Jason stretto a me tenendo le mani ben strette alla sua giacca e continuavo a baciarlo come se le sue labbra mi fossero mancate fin troppo.
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Stavo cercando di ignorarla, di fare finta che non fosse lì in quel momento perchè continuare a darle retta non sarebbe stato salutare per il mio cervello. Mentre parlavo con Luke notai che sembrava un ragazzino piuttosto tranquillo e sereno, anche Dean lo era in fin dei conti, ci si poteva parlare tranquillamente con lui, fare un discorso serio senza che sconvolgesse il tutto. Era tutti normali, tranne lei. Mi sentii strattonare per la giacca e, rendendomi conto che Jess aveva lasciato il suo damerino per fare uno dei suoi spettacolini, sbuffai mentre mi lasciavo trascinare verso l' ignoto. "E adesso che vuole?" pensai tra me e me abbastanza scocciato. Sicuramente voleva sgridarmi della figura che gli stavo per far fare col fratellino e si voleva raccomandare che mi comportassi bene, ma non aveva forse capito che doveva smetterla di comandarmi e usarmi come un suo burattino. "La camera da letto non è qui!" dissi sarcastico mentre mi lasciavo sfuggire un sorriso divertito. Appena entrato al bagno, mi voltai a guardare la chiave nella serratura che Jess aveva appena chiuso. Cosa pensava di fare? L' idea di qualcosa di losco e oscuro, quasi mortale, mi sfiorò nella mente ma poi cominciò a parlare e a puntarmi il dito contro, e io odiavo quando mi si puntava il dito contro! Bingo! le aveva dato fastidio il fatto che io l' avessi ignorata senza risponderle, facendola sentire.. una merda forse? Ne avevo abbastanza di lei, di queste sue uscite del cavolo, del suo dito puntato contro il petto, doveva lasciarmi in pace e gliel' avrei detto. Quando aprii la bocca e feci per urlarle addosso mi ritrovai le sue labbra sulle mie inaspettatamente. Inizialmente riprovai le stesse sensazioni del mare, del nostro primo bacio e di tutti gli altri a seguire, e per istinto ricambiai il bacio iniziando a fare qualche passo verso di lei mentre riassaporavo il sapore della sua bocca. In quel momento ne ebbi la conferma, era proprio quello che volevo, volevo lei con tutto me stesso e nessun' altra. Ma di colpo mi sentii un perfetto deficiente che assecondava le sue mosse, proprio come un giocattolo mosso a suo piacimento. Mi staccai improvvisamente dalle sue labbra e indietreggiai, dovevo fermarmi e smetterla di cedere alle sue provocazioni. "Devi smetterla, devi smetterla di usarmi come un giocattolo! - adesso ero io a puntarle il dito contro mentre il mio sguardo si fece più cattivo, ero arrabbiato con lei, arrabbiato perchè con le parole diceva una cosa e con i fatti faceva tutt' altro - ..non sono il tuo giocattolo! Non puoi baciarmi quando cavolo ne hai voglia!" il tono della mia voce si fece più alto e anche più forte. In quel momento non mi interessava se stavo ferendo i suoi sentimenti o se stavo esagerando, tanto non li aveva, non era in grado di provare sentimenti, almeno nei miei confronti era così. Mi aveva baciato solo per suo interesse, e questo era davvero troppo. Ero infuriato, eppure guardandola negli occhi non potevo fare a meno anche di questi momenti. Che mi stava succedendo? il mio istinto mi suggerì di uscire alla svelta da quel bagno se non volevo ritrovarmi con le mie labbra sulle sue, di nuovo. Già, perchè c' era sempre qualcosa che mi attirava verso di lei, come una forza magnetica. Girai la chiave e spalancai la porta uscendo.
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view post Posted on 15/6/2012, 13:38
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Gli era piaciuto. Non poteva far finta che non gli fosse piaciuto. Mi voleva. Mi voleva ancora senza dubbio. Poteva fare l'offeso, il ragazzo che si era sentito sedotto ed abbandonato ma lui mi voleva ancora per sè. Quando lo baciai non mi respinse. Le sue labbra seguirono il mio corso, la sua lingua cercava la mia, cercavamo tutti e due un contatto che durasse quasi per sempre. Ma il ragazzo si ricordò di dover portare avanti l'orgoglio. L'orgoglio. Si staccò da me ed iniziò ad indietreggiare come per farmi capire che lui non mi volesse ancora. Ritornò a farmi la predica, si paragonò ad un giocattolo, il mio giocattolo e mi disse,ancora ed ancora ed ancora, che non lo potevo baciare quando volevo e dicevo io. Uscii fuori un lato di lui che odiavo. Odiavo quando mi chiamava puttana, odiavo quando iniziava ad alzare la voce, odiavo quando faceva le sceneggiate di gelosia. Ma,allora stesso tempo, ciò che odiavo mi attirava. Non volevo il bravo Jess, quello dolce, quello che voleva l'esclusiva. Mi piaceva quello che si ricordava di sè, che aveva le idee chiare, quello che sapeva che,in fondo, non si sarebbe dimenticato tanto facilmente di me. Non risposi neanche ad una delle sue provocazioni, aspettavo che lui si sfogasse per bene. Poi,forse, avrei risposto a tutto quel che mi stava rinfacciando. O forse no?
Jastronzo,allora, andò verso la porta, la aprii e la spalancò uscendo. Sai che questo è solo l'inizio,vero? Corsi verso di lui, lo presi da dietro e lo tirai verso di me per rinchiuderlo,di nuovo, nel bagno. Scusa ma non abbiamo finito! Chiusi la porta e presi la chiave. Mi avvicinai verso di lui e lo guardai sorridendo. Io ti bacio quando mi va, quando voglio, quando tu mi attiri. Io voglio baciarti quando le tue labbra mi cercano, quando i tuoi occhi mi spogliano completamente. Io voglio baciarti quando sento il tuo profumo, voglio baciarti e non mi stancherò mai. Le sue labbra erano un richiamo per me e lo baciavo quando volevo. Non c'era una legge, non c'era un perchè. Lo baciavo e basta! Adesso, ancora più di prima, avevo la voglia di baciarlo e lo feci senza crearmi problemi. Affondai la mano libera nei suoi capelli e continuai a tenerlo stretto a me. Questo bacio era più spinto di quello di prima, era più significativo, più peccaminoso. Ti sarebbe piaciuto se questa fosse stata la stanza da letto! Mi stacciai lentamente dalle sue labbra e lo guardai negli occhi sorridendo in modo malizioso. Presi,poi, la sua mano e ci poggiai sù la chiave del bagno. La scelta ora è tua: apri la porta e stasera io e te non esistiamo o rimani in questa stanza e rimaniamo insieme per tutta la nottata! Non gli avrei mai detto che saremmo rimasti insieme per tutta una vita, nemmeno per tutto un mese. Lui sapeva io chi ero e come ero fatta. Io non ero sua, non ero di nessuno. Diventavo "proprietà" di qualcuno solo in determinati momenti e,quella notte, volevo essere proprietà di Jason Morris!
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"Erano tutti normali, tranne lei!"
AHahahah xD Quando ho letto quella cosa mi sono scompisciato dalle risate xD

Anche se la migliore è questa: "La camera da letto non è qui!"
MUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH XD
 
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view post Posted on 15/6/2012, 14:27





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Ero diretto verso la sala da pranzo dove tutti gli invitati e Dean stavano mangiando, e si sarebbero chiesti che fine avessimo fatto. Mentre facevo qualche passo pensai a quello che avrei risposto, sicuramente mi avrebbe domandato se conoscevo Jess e a quel punto non potevo rispondergli di no. Una sconosciuta non mi prendeva e mi trascinava da un' altra parte della casa, a meno che non fosse seriamente pazza. Di colpo mi sentii afferrare da dietro e mi ritrovai di nuovo nel bagno. Che palle! pensai. Possibile che non aveva capito quello che le avevo appena detto, che non avesse afferrato il concetto? Non era servito a niente usare le cattive maniere urlandole in faccia, perchè se avesse capito a quest' ora mi ritroverei seduto ad un tavolo circondato da altre persone. "Jess, la chiave!" la mia non era una domanda, ma piuttosto un ordine, e il mio tono era basso anche se scocciato. Alzai lo sguardo su di lei e notai che mi stava sorridendo. Sorrideva, io ero serio e lei sorrideva! L' aveva preso come un gioco, come del resto faceva con tutto. Le lasciai affondare una mano tra i miei capelli e non mi spostai quando mi baciò per la seconda volta, con la differenza che adesso non ricambiai il bacio, ma rimasi fermo al mio posto, con la bocca semi aperta e la lingua immobile. Se voleva giocare, che giocasse ma io non ci stavo al suo gioco, volevo solo la chiave del bagno. Allungai una mano mentre era attaccata a me, ma non riuscii comunque a prenderla. Jess.. - la richiamai dopo che aveva detto che mi sarebbe piaciuto se fosse stata la camera da letto, e sorrisi. Perchè sorridevo adesso? di sicuro non avrei disprezzato passare la notte con Jess, non mi era così indifferente. Sorrisi più che altro per la sua convinzione di padroneggiare, era sicura che mi sarebbe piaciuto fare sesso con lei, era sicura di potermi baciare quando ne aveva voglia, era sicura di avermi in pugno. Finalmente ricevetti la chiave del bagno sul palmo della mano, abbassai lo sguardo su di essa mentre ascoltavo le sue parole. La scelta ora è tua: apri la porta e stasera io e te non esistiamo o rimani in questa stanza e rimaniamo insieme per tutta la nottata! la prima cosa che mi venne in mente di fare fu gettare quella dannata chiave a terra e baciarla, acconsentire al suo desiderio perchè era quello che volevo anch' io. Le sue parole si ripetevano come un' eco nella mia testa, dovevo prendere una scelta ma non quella che soddisfava momentaneamente i miei desideri, bensì quella che mi avrebbe fatto stare bene. E passare la nottata con Jess non significava stare bene, perchè la mattina dopo mi ritrovavo da capo a dodici, con lo stesso problema, senza fare un passo in avanti. Chiusi la mano in un pugno, stringendo la chiave e guardandola negli occhi. Non ero però neanche sicuro di volerla lasciare andare via, di rinunciare a lei. Indietreggiai verso la porta, e infilai la chiave senza girarla. Dovevo uscire da quella porta andando avanti per la mia strada o restare in quel bagno passando la nottata con Jess? Senza distogliere lo sguardo da lei, con un movimento del polso girai finalmente la chiave. "Non voglio passare con te solo la notte, Jess." dissi con tono serio, scuotendo la testa. Credevo in quelle parole quando le pronunciai, non ero mai stato così sicuro in vita mia. Era inutile aggiungere altre parole, la motivazione di tutto ciò la conosceva, lei sapeva cosa volevo da lei e anche cosa provavo. Le cose purtroppo non erano ricambiate, tanto valeva andare avanti senza perdere altro tempo. Aprii la porta del bagno voltando le spalle a Jess, e uscii camminando a testa alta, fiero di me e della scelta che avevo fatto forse per la prima volta.

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view post Posted on 9/7/2012, 16:03
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Aveva iniziato a fare il gioco della bella statuina? Stare fermo, immobile al mio bacio era stato un bel gesto coraggioso e sfacciato. Voleva solo la chiave della porta che divideva noi dal mondo dei guardoni, opportunisti e vanitosi. Sapevo, però, che lui voleva anche una chiave per aprire la mia testa per vedere cosa io pensavo, voleva una chiave per aprire il mio cuore e capire se questo era intatto e,cosa più importante, se esisteva. Mi limitai, semplicemente, a cedergli la chiave della porta.
La scelta era la sua: me per una notte o me che lo ignoravo quella sera. Tutti e due guardavamo la chiave che, al momento, era posata sulla mano di Jason. Mancava solo la canzoncina inquietante da film horror o thriller per rendere ancora più ansiosa quella strana atmosfera. La sua decisione non avrebbe sconvolto il mio mondo ovviamente ma, scoprire se lui fosse stato la persona con cui avrei passato tutta la notte, mi rendeva nervosa. La sua mano si allontanava dalla mia, lui stava inserendo la chiave nella serratura. Quando girò,poi, la chiave, si fermò per lasciarmi con un di quelle frasi che ti rimangono impresse nella mente. Non voglio passare con te solo la notte, Jess Si voltò ed uscii. Lasciai che passassero una manciata di secondi prima di potermi specchiare. Il mio riflesso appariva vuoto, quasi come se non fosse il mio. Mi sorprendevo ancora,inoltre, a vedere come una persona come me sapesse riuscire a far "innamorare" delle persone che cercavo in tutti i modi di tenere lontano. Ma allontanare le persone,comunque, era comunque ciò che mi riusciva meglio!
Tirai un lungo sospiro e sorrisi. Quel sorriso avrebbe spiazzato tutti i miei brutti pensieri (e i pensieri di quegli sfigati seduti accanto a quella stupida tavola) e avrei flirtato con uno dei ragazzi, anzi, con quello più interessante.
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