A volte le ore scolastiche potevano risultare, non solo noiose, ma anche altamente pericolose per la propria salute mentale. Quando non c'è nulla da fare, se non ascoltare un vecchio baffuto con tanto di occhialini sul naso che blatera qualcosa sulla storia, già sentita e risentita del proprio paese, non si può fare a meno che chiudersi in se stessi ed iniziare a pensare ad altro. Ma il punto è che non sempre pensare fa bene, soprattutto se per la testa si hanno dubbi e problemi irrisolti. Beh questo era proprio il mio caso. D'altra parte nessuno si sarebbe mai aspettato che la vita di Serena Van der Woodsen, per quanto da molti invidiata, fosse tutta rose e fiori e nonostante la regina del gossip con il suo blog mi avesse definita "inutile" e non avesse perso tempo a ritornare a punzecchiarmi per il "ritorno di fiamma" tra me e Dan Humphrey, al momento questo restava uno dei pensieri che più mi assillavano.
Ero estremamente felice per quello che era successo tra noi, per come erano andate le cose al party di fine anno; ma non potevo certo andare fiera del mio comportamento, buttarmi tra le sue braccia quando nella stessa sala si trovava il mio, allora, attuale ragazzo non era certo un atteggiamento di classe. Ok tra me e Adrien stava tutto andando a rotoli passo dopo passo, ma questo non mi giustificava mica, per lo meno non giustificava la Serena che ero adesso; forse un tempo non avrei dato nessuna importanza ad un episodio del genere, eppure finalmente ero migliore di ciò che ero stata un tempo ma nonostante questo non riuscivo proprio ad evitare di ritornare a cadere nelle vecchie tentazioni. E adesso, dopo quella notte, tutto era rimasto così, un po' per aria, irrisolto diciamo, ma ero grata a Dan per avermi lasciato il tempo di mettere tutto apposto, di rimettere le mie idee apposto, infondo era grazie al suo riavvicinamento se mi ero finalmente resa conto che non Adrien che desideravo. Adesso ciò che però più avevo bisogno di capire era se fosse davvero Dan ciò che desideravo. Non volevo che tra le cose andassero di nuovo per il verso sbagliato, proprio come era successo la prima volta; certo adesso lui di me sapeva più meno tutto, soprattutto conosceva gran parte del mio passato e se quindi lo trovava ancora giudicabile e non adatto al suo modo di essere allora non si sarebbe riavvicinato a me: ma d'altra parte nessuno mi dava la certezza che al mio più piccolo errore lui sarebbe tornato a pensare di me quello che lo aveva spinto ad allontanarsi mesi fa. Iniziavo a sperare, con tutto il cuore, che quella lezione finisse presto o la mia testa sarebbe finita di sicuro per esplodere. Il caso volle per giunta che, proprio quella mattina, Dan mi avesse inviato un messaggio per chiedermi di incontrarci fuori dalla Costance per la pausa pranzo; ovviamente l'imminente incontro non faceva altro che mettermi una maggiore ansia e farmi pensare ancor di più a cosa volesse lui e a cosa volessi io, anche perchè di lì a poco il discorso sarebbe ricaduto, senza ombra di dubbio, proprio su questo. Al suono della campana, ero agitata come un adolescente alla sua prima cotta, quasi mi vergognavo di me stessa, mai nessuno era riuscito a mettermi un'ansia del genere per un semplice incontro. Raccolsi i miei libri, li riposi nella borsa e mi diressi verso i bagni delle ragazze, ovviamente, per darmi una rapida sistemata. Ravvivai i capelli che, sciolti, mi ricadevano sulle spalle e esaminai con attenzione il mio trucco, alla ricerca di qualsiasi imperfezione. Quando finalmente mi convinsi che era tutto perfetto, mi diressi al punto d'incontro stabilito, facendo attenzione a non incontrare nessuno che avesse potuto trattenermi, in modo particolare evitai di incontrare Blair che, quasi certamente, avrebbe cercato in ogni modo di trascinarmi con lei sugli scalini, conducendomi il più lontano possibile da Dan, dato la scarsa simpatia che suscitava in lei. Quando raggiunsi l'ingresso, Dan non era ancora arrivato, estrassi il mio cellulare dalla borsa, per controllare se magari mi avesse cercata, ma niente, quindi ormai doveva essere sul punto di arrivare e infatti appena qualche secondo dopo eccolo lì, con il suo solito sorriso, contagioso, mentre si sbracciava per ottenere la mia attenzione.
"Dan, pensavo avessi deciso di piantarmi qui!" Scherzai sorridente, una volta che si fu fermato, proprio di fronte a me. Continuai a sorridere udendo le sue parole, mi pretendeva solo per lui, a questo punto era più che chiaro cosa desiderasse lui ed io? Io cosa desideravo? Per prima cosa godermi quella pausa pranzo con lui!
"Allora spera tanto che nessuno ci trovi!" Dissi ripensando ad una possibile comparsa di Blair e delle sue tirapiedi, da un qualsiasi angolo di quella scuola. "Mi dica signor Humphrey cos'ha in progetto per noi?" Chiesi avvicinandomi un altro po' a lui e guardandolo dritto negli occhi, con un sorriso, eloquente, stampato sulle labbra.