And Now?, Martedì 05.02.2008 - mattina

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view post Posted on 5/4/2012, 14:27
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Dan HumphreyStudente - Scrittore

Io adoro le lezioni d'inglese, davvero! Mi è sempre piaciuta la letteratura inglese, ma anche quella straniera. Dopotutto questa passione mi sembra piuttosto naturale per uno che in futuro vorrà fare lo scrittore no? Io adoro la letteratura certo...ma in quel momento volevo soltanto che quella lezione terminasse! Non ne potevo più! Non volevo più sentir parlare di Shakespeare o di Wilde, volevo semplicemente uscire fuori dall'aula. Quando diavolo suonava la campanella che indicava l'inizio della pausa pranzo? Sul serio, iniziavo a spazientirmi...e spazientirsi non era esattamente nello stile di Dan Humphrey. Si, insomma, una volta ogni tanto avevo da fare qualcosa di molto più interessante. Dovevo incontrare Serena, e sinceramente in confronto a lei tutto perdeva importanza, soprattutto se si considerava il fatto che era dalla sera della festa di Capodanno che non ci vedevamo, per un motivo o per un altro. Primo fra tutti Gossip Girl che aveva spiattellato senza alcun criterio il ritorno di una scintilla fra di noi, e poi Adrien. Non sapevo se Serena avesse chiarito con lui, ma mi sembrava comunque giusto lasciarle un pò di tempo per farle chiarire un pò le idee. Questa volta volevo fare le cose per bene, sempre che lei avesse deciso di cominciare una storia con me. In cuor mio lo speravo vivamente. Ad ogni modo, era davvero da troppo tempo che non scambiavamo quattro chiacchiere in santa pace, e quella mattina ero particolarmente deciso a volerla vedere, abbracciarla. Volevo avere un contatto con lei e in più volevo mettere in chiaro le cose. Volevo capire cosa dovevamo fare adesso che ci eravamo baciati e che avevamo capito che non eravamo indifferenti l'uno all'altra. Quindi avevo mandato un messaggio a Serena per chiederle se le andava di trascorrere la pausa pranzo con me. Saremmo andati in un posticino tranquillo dove poter chiacchierare senza paura che qualcuno s'intromettesse nei nostri discorsi. Certo, non che la St. Jude offrisse molti posti appartati, ma comunque potevamo trovarne uno. Avevamo deciso che ci saremmo visti davanti l'entrata della scuola all'inizio della pausa...se solo si degnava di iniziare quella pausa! Cambiai posizione nella sedia ancora una volta, non sentendo più il blaterare del professore e proiettandomi già con la testa all'ora di pranzo. Non so quanto tempo trascorse, ma dopo qualche secondo -o forse qualche minuto- finalmente suonò la campanella ed io scattai in piedi dal banco, raccogliendo il libro, infilandolo alla meno peggio nella borsa a tracolla, e fiondandomi letteralmente fuori dall'aula. Nel corridoio, stracolmo di ragazzi, cercai di individuare una chioma bionda o un paio di occhi azzurro cielo. Sembravo un idiota che aveva perso qualcosa, ma tanto ormai poco m'importava. Gossip Girl mi aveva denigrato già abbastanza mandando a rotoli una mia possibile reputazione, quindi non avevo nulla da perdere. Finalmente la vidi. Bella, stupenda come sempre.
-Ehi Serena!- La chiamai, avvicinandomi a lei con un sorriso enorme. Non che il mio sorriso fosse un bel vedere, ma in quel momento non potevo farne a meno. Ero realmente felice di vederla.
-Spero che tu abbia annullato tutti i tuoi appuntamenti "stile Van Der Woodsen"! Oggi ti pretendo solo per me.- Le dissi senza uno straccio di pudore, con la mia solita ironia. Lei di solito era sempre occupata e, se non lo era, all'ultimo minuto spuntava sempre un impegno. Speravo che quel giorno non si presentasse alcun tipo di contrattempo. Eravamo solo io e lei.



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view post Posted on 6/4/2012, 09:48
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A volte le ore scolastiche potevano risultare, non solo noiose, ma anche altamente pericolose per la propria salute mentale. Quando non c'è nulla da fare, se non ascoltare un vecchio baffuto con tanto di occhialini sul naso che blatera qualcosa sulla storia, già sentita e risentita del proprio paese, non si può fare a meno che chiudersi in se stessi ed iniziare a pensare ad altro. Ma il punto è che non sempre pensare fa bene, soprattutto se per la testa si hanno dubbi e problemi irrisolti. Beh questo era proprio il mio caso. D'altra parte nessuno si sarebbe mai aspettato che la vita di Serena Van der Woodsen, per quanto da molti invidiata, fosse tutta rose e fiori e nonostante la regina del gossip con il suo blog mi avesse definita "inutile" e non avesse perso tempo a ritornare a punzecchiarmi per il "ritorno di fiamma" tra me e Dan Humphrey, al momento questo restava uno dei pensieri che più mi assillavano.
Ero estremamente felice per quello che era successo tra noi, per come erano andate le cose al party di fine anno; ma non potevo certo andare fiera del mio comportamento, buttarmi tra le sue braccia quando nella stessa sala si trovava il mio, allora, attuale ragazzo non era certo un atteggiamento di classe. Ok tra me e Adrien stava tutto andando a rotoli passo dopo passo, ma questo non mi giustificava mica, per lo meno non giustificava la Serena che ero adesso; forse un tempo non avrei dato nessuna importanza ad un episodio del genere, eppure finalmente ero migliore di ciò che ero stata un tempo ma nonostante questo non riuscivo proprio ad evitare di ritornare a cadere nelle vecchie tentazioni. E adesso, dopo quella notte, tutto era rimasto così, un po' per aria, irrisolto diciamo, ma ero grata a Dan per avermi lasciato il tempo di mettere tutto apposto, di rimettere le mie idee apposto, infondo era grazie al suo riavvicinamento se mi ero finalmente resa conto che non Adrien che desideravo. Adesso ciò che però più avevo bisogno di capire era se fosse davvero Dan ciò che desideravo. Non volevo che tra le cose andassero di nuovo per il verso sbagliato, proprio come era successo la prima volta; certo adesso lui di me sapeva più meno tutto, soprattutto conosceva gran parte del mio passato e se quindi lo trovava ancora giudicabile e non adatto al suo modo di essere allora non si sarebbe riavvicinato a me: ma d'altra parte nessuno mi dava la certezza che al mio più piccolo errore lui sarebbe tornato a pensare di me quello che lo aveva spinto ad allontanarsi mesi fa. Iniziavo a sperare, con tutto il cuore, che quella lezione finisse presto o la mia testa sarebbe finita di sicuro per esplodere. Il caso volle per giunta che, proprio quella mattina, Dan mi avesse inviato un messaggio per chiedermi di incontrarci fuori dalla Costance per la pausa pranzo; ovviamente l'imminente incontro non faceva altro che mettermi una maggiore ansia e farmi pensare ancor di più a cosa volesse lui e a cosa volessi io, anche perchè di lì a poco il discorso sarebbe ricaduto, senza ombra di dubbio, proprio su questo. Al suono della campana, ero agitata come un adolescente alla sua prima cotta, quasi mi vergognavo di me stessa, mai nessuno era riuscito a mettermi un'ansia del genere per un semplice incontro. Raccolsi i miei libri, li riposi nella borsa e mi diressi verso i bagni delle ragazze, ovviamente, per darmi una rapida sistemata. Ravvivai i capelli che, sciolti, mi ricadevano sulle spalle e esaminai con attenzione il mio trucco, alla ricerca di qualsiasi imperfezione. Quando finalmente mi convinsi che era tutto perfetto, mi diressi al punto d'incontro stabilito, facendo attenzione a non incontrare nessuno che avesse potuto trattenermi, in modo particolare evitai di incontrare Blair che, quasi certamente, avrebbe cercato in ogni modo di trascinarmi con lei sugli scalini, conducendomi il più lontano possibile da Dan, dato la scarsa simpatia che suscitava in lei. Quando raggiunsi l'ingresso, Dan non era ancora arrivato, estrassi il mio cellulare dalla borsa, per controllare se magari mi avesse cercata, ma niente, quindi ormai doveva essere sul punto di arrivare e infatti appena qualche secondo dopo eccolo lì, con il suo solito sorriso, contagioso, mentre si sbracciava per ottenere la mia attenzione.
"Dan, pensavo avessi deciso di piantarmi qui!" Scherzai sorridente, una volta che si fu fermato, proprio di fronte a me. Continuai a sorridere udendo le sue parole, mi pretendeva solo per lui, a questo punto era più che chiaro cosa desiderasse lui ed io? Io cosa desideravo? Per prima cosa godermi quella pausa pranzo con lui!
"Allora spera tanto che nessuno ci trovi!" Dissi ripensando ad una possibile comparsa di Blair e delle sue tirapiedi, da un qualsiasi angolo di quella scuola. "Mi dica signor Humphrey cos'ha in progetto per noi?" Chiesi avvicinandomi un altro po' a lui e guardandolo dritto negli occhi, con un sorriso, eloquente, stampato sulle labbra.


Serena Cecilia Van Der Woodsen

14 luglio 1990 (17)Studentessa





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view post Posted on 25/4/2012, 09:21
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Dan HumphreyStudente - Scrittore

Io piantarla lì? Io darle buca? No, sul serio, come poteva anche minimamente pensare una cosa del genere. Avanti, ormai anche le pietre sapevano che il sottoscritto Dan Humphrey era irrimediabilmente infatuato della Venere Serena Van Der Woodsen. E non era solo attrazione fisica, no. Perché l’attrazione fisica sarebbe passata prima o poi. Quello che provavo per lei andava molto oltre, per questo era matematicamente impossibile che io la lasciassi impalata lì senza degnarla di uno sguardo.
-E’ impossibile fare gli indifferenti davanti al tuo sorriso!- Le dissi di getto, cercando una qualche mia battuta ironica che, per la prima volta, non mi veniva in mente. Ed era grave. L’ironia mi aveva sempre contraddistinto e adesso bastava il sorriso di Serena per mettermi k.o. Il tutto era decisamente grave. Anche se ammetto che era piacevole. Mi disse che era meglio se nessuno ci trovava. Come darle torto? Da un momento all’altro poteva spuntare Blair o, peggio, uno dei suoi ex ragazzi ancora perdutamente innamorati di lei e, con molte probabilità, erano anche più carini di me.
-Sarà meglio svignarcela al più presto allora.- La presi per mano e la condussi giù per le scale della St. Jude. La presi per mano, esatto. La mia razionalità era andata a farsi benedire da qualche parte. Di solito davo più ascolto al mio cervello, ma in quel caso mi sembrava impossibile, in quel caso riuscivo a sentire soltanto i battiti del mio cuore. Ero praticamente diventato schiavo di quell’organo palpitante.
-Mi dispiace signorina, la mia limousine al momento è fuori servizio, credo che dovremo accontentarci dei nostri piedi per oggi...oppure se preferisce c'è un lussuoso vagone della metropolitana che non aspetta altro di portarci al parco sul quale faremo un tranquillo e rilassante pic-nic. A lei la scelta! Si, forse stavo esagerando, forse la stavo trattando troppo bene, ma mi veniva naturale. Lei si meritava tutte le meraviglie di questo mondo ed io ero pronto a far avverare ogni suo desiderio. Nello zaino avevo portato una tovaglia abbastanza grande da distendere sull'erba e qualche tramezzino. Avevo organizzato tutto nei minimi particolari. Non avevo le possibilità economiche per organizzare qualcosa di grande, di lussuoso, ma quello che organizzavo lo facevo col cuore e speravo che Serena lo apprezzasse. La guardai dritta negli occhi e mi assalì l'improvvisa voglia di baciarla. Diamine, per una buona volta dovevo dar retta al mio cervello, non potevo baciarla lì davanti a tutti, era come tirarsi la zappa sui piedi. Mi limitai al semplice gesto di accarezzarle una guancia. Il contatto con la sua pelle morbida mi soddisfò comunque.



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