ancora di salvezza, Giovedì 03.01.2008 /sera

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view post Posted on 22/2/2012, 19:45
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SHIA THEODORE BURTON||scheda||anno 2008

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"Sei nella tana del lupo amico. Credimi, sei nella tana del lupo".
Alzai gli occhi al cielo, mentre continuavo a schiarirmi la voce, cercando di non dar troppo peso alle cretinate che diceva Dom. Ero abituato alle sue esagerazioni, detto sinceramente, ma quella sera ero piuttosto nervoso, quindi non era proprio il caso.
"-No dico..guarda che posto chic. Cavolo, non puzza nemmeno. Senti? Secondo me usano una qualche fottutissima fragranza ai pini, oppure ai frutti di bosco o a qualche altra cavolata da femminucce. E questo camerino? Hai addirittura un camerino e, detto sinceramente, ti parlo da amico, non sei nessuno! Dà l'aria di un posto che darebbe un camerino anche al mio cane, seriamente. Troppo di lusso. siamo gente di Brooklyn, noi, non devono coccolarci con queste cretinate. Vuoi vedere che ci spunta un maitre adesso? Con tanto di tartine e drink!"-
-" Oh porca miseria!"-
gli dissi, nervoso, sbattendo un piede contro il muro davanti a me.
"- Tappati quella bocca, non vedi che sto cercando di schiarirmi la voce?! se magari stai anche zitto mi fai un favore."-
Erano le 22:20. Tra ben dieci minuti avrei dovuto fare il mio ingresso sul palco di un pub di Manhattan. No, dico..Manhattan. Tra le varie cazzate che aveva detto, qualcosa di vero c'era. Ero di Brooklyn io, non ero abituato a suonare in posti come quello. non che lo considerassi un salto di livello. Probabilmente la gente che si trovava in quel pub non ne capiva poi molto di musica.. sarebbe anche arrivata a dire che i Jonas Brothers facevano musica rock. Un pò come immaginare Mariah Carey con una prima che fa rap in giro per Detroit. Ecco, bene o male avete immaginato la grandiosità di un'idiozia del genere. Se mi trovavo in quel locale era solo per i soldi, ovviamente.Che, detto fra noi, non erano poi cosi tanti, ma non facevo di certo lo schizzinoso. Dom, invece, che tra i soldi ci navigava da quando era piccolo, non aveva fatto altro che rimproverarmi per non aver chiesto di più. Per quanto il signorino facesse finta di essere uno come me, un essere normale, non ci riusciva. Odiava il suo mondo, ma quando si cresce sugli allori una certa mentalità te la devi portare dietro. Dopotutto era un Norton. Un Norton un pò fallito, a dirla tutta. Suonava a volte con me e la mia band e sinceramente all'inizio avevo sperato che il suo cognome attirasse le persone giuste, ma niente.. Era come se non contasse come si chiamasse, cosa assolutamente strana. Una volta ricordo che avevamo invitato sua sorella Morgane per farci pubblicità e cavolo, se ci eravamo riusciti! Ma forse anche se fosse stata una scappata di casa quella ragazza ci avrebbe fatto avere taaanti seguaci. Se non fosse stata la sorella del mio migliore amico- si quella testa di rapa era il mio migliore amico- ci avrei anche provato con lei, anche se mi intimidiva un pò. Ah, non guardatemi cosi. Non sono un cagasotto, sapete che non lo sono. Semplicemente quella donna non era proprio facile da gestire.
-" Che bell'amico che sei. non solo ti ho accompagnato in macchina da casa nostra fino a qui.. ti lamenti pure!"
Alzai gli occhi al cielo. Sapeva essere straziante quando voleva.
-" Uno, mi hai già costretto a ringraziarti quattro volte per quel passaggio e ti ho anche offerto una birra. Due, smettila di far finta di vivere a Brooklyn se hai un superattico qua intorno. E tre.. ehmehm.. abbiamo un problema"-
Ecco, quel filo di voce che avevo era appena stato sprecato per rimproverare Dominic. Credetemi, mi sarei tagliato le vene. O probabilmente le avrei tagliate a lui, conoscendomi. E ora che dovevo fare? Se mi mettevo a suonare senza cantare probabilmente mi avrebbero dimezzato la paga, o addirittura non mi avrebbero pagato i bastardi. Far cantare Dominic era fuori discussione. Era bravo, per carità, ma come seconda voce. E probabilmente se gli avessi dato il microfono avrebbe cominciato a cantare qualche cazzata degli Oasis. Lui e la sua fissazione per i Gallagher. Se non lo avessi conosciuto bene, avrei anche potuto pensare che fosse gay. Davvero, spero per voi che non vi capiti mai di sentirlo parlare di questo gruppo, gli si illuminano gli occhi.
-Oh oh.. senza voce eh? Qualcuno è nei guai, guai grossi. Secondo me ti buttano fuori a calci in culo!-
Mi alzai dalla sedia e inizia a dargli schiaffi in testa a ripetizione continua. Tranquilli, c'era abituato, sapeva di essere il mio oggetto sfoga-tutto. Bussarono alla porta, e sentii qualcuno dire " Burton, muoviti, tocca a te"
Diedi un altro schiaffo a Dom, presi la mia chitarra e , consapevole di andare dritto al patibolo, uscii da quella stanza. Mi facevo largo tra la gente che ascoltava, canticchiava la canzone che, il chitarrista sul palco, stava intonando. Bah, voci cosi stonate..perchè non stavano zitte. Quado poi passai davanti ad un gruppo di ragazzi.. e sentii una voce un pò più decente delle altre. Mi voltai di scatto. Ancora di salvezza.. ero cosi disperato? Si, lo ero. Appena quell'imbecille scese dal palco afferrai il tizio che credevo fosse il possessore della voce decente per un braccio e lo trascinai sopra con me.

code © ;steppa yang


per Alex
 
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Working on a dream
view post Posted on 23/2/2012, 21:31




alexA l e x a n d e r M c C o y # s t u d e n t E i titoli di coda mi scorrevano davanti sullo schermo del mio pc portatile, uno dopo l’altro mentre ancora nella testa mi canticchiavo quella tremenda colonna sonora. La odio, non ci posso fare niente, ma per qualche strano sadismo finisco sempre per ritrovarmela fra i piedi. Adoro quella puntata e la riguardo più o meno all’infinito. Non sono mai riuscito a decidermi se sia più in fissa con il titolo dell’episodio o con quello della musichetta finale… A loro modo riescono a comunicarmi qualcosa entrambi, anche se suppongo che nel loro contenuto non ci sia nulla di innovativo rispetto a quello che l’uomo si dice da generazioni infinite. Life and death e quel piano che suona… Ecco il piano mi manca nella rosa degli strumenti che ho sperimentato prima di decidere di concentrarmi su quello più personale di tutti, la mia voce… In realtà mi hanno costretto a suonicchiarlo durante i vari anni di studi, ma mai in modo metodico ed è un’offesa ai veri musicisti e alla vera musica il definire “suono” quello che articolo con le semplici dita di una mano su quei tasti a modo mio.
Alla fin fine vedete che non sono poi così immodesto no? Riconosco i miei limiti almeno fra me e me, agli altri poi non è dato sapere. Voglio dire, se proprio ci tengono tanto che giudichino loro e se la valutazione risulta più positiva del previsto meglio, altrimenti saprò di non dover esserne deluso. La voce invece è qualcosa che ho sempre apprezzato in me. Non so, forse è tutta colpa di mia madre che non appena ho ripreso a parlare mi ha sottoposto a qualsiasi attività che invece la richiedesse… Alla fin fine però ha trascinato anche me nel vortice. Comunque d’un tratto percepii in lontananza il cellulare abbandonato sul letto che vibrava e togliendomi gli auricolari dalle orecchie mi alzai dalla sedia. Oh sì, quella degli auricolari è un’altra mia mania insieme a quella di Lost, perché, sì, se non si fosse capito era quello il telefilm… La verità è che detesto che qualcuno possa spiare, anche a camera chiusa, ciò che faccio in base ai rumori che ne percepiscono… Insomma, è irritante l’idea di avere un occhio che ti scrutina e giudica tutto il tempo! E anche se mia mamma ha ripetuto mille volte che non mi ascolta affatto e che dovrei smetterla di trapanarmi i timpani con quegli “aggeggi” è più forte di me… Non le credo, ok?
Ad ogni modo, come vi dicevo, il cellulare suonava. Guardai lo schermo per rendermi conto del mio prossimo interlocutore e leggendo il nome di Max feci in fretta a rispondere. ”Hey bello, io e gli altri andiamo a un locale stasera… E’ una nuova apertura, dicono sia figo. Sei dei nostri?” mi domandò la voce dall’altra parte. Ok, in queste cose c’è da dire che sono piuttosto schizzinoso. Non mi butto in improvvisate in locali non degni di nota ecco… Preferisco lasciare che siano gli altri a scrutinare ed esplorare per poi seguire su terreno sicuro… Non certo per sputtanare soldi inutilmente, quello direi che non sia proprio un problema in famiglia dato che posso fare praticamente ciò che voglio, ma diciamo che sostanzialmente sono pure un po’ pigro e l’idea di sprecare una serata uscendo per niente, finendo per annoiarmi, mi fa piuttosto girare i coglioni.
Quella volta però, forse per merito di qualche strana congiunzione astrale o molto più probabilmente per lo shock dall’ennesima revisione di quell’episodio (sì, lo so, per certe cose finisco per essere dannatamente nerd, ma dicono che ora vadano di moda no? Presto mi comprerò pure gli occhiali squadrati a completare l’opera!), come vi dicevo dunque, accettai.
”Grandissimo! Ti passo a prendere tra un quarto d’ora a dopo.” mi gridò praticamente nell’orecchio una voce sorpresa quanto esagitata.
Cavolo, manco dovessi essere il vip della situazione! E va beh, lo sappiamo tutti tanto che alla fin fine la cosa mi faceva più che piacere.
Qualunque fosse il regime di quel locale decisi che non valeva la pena di cambiarsi, soprattutto perché per un cambio totale quei quindici minuti non sarebbero bastati, considerato che quell’idiota sarebbe in realtà arrivato tra dieci minuti scarsi, per il suo rinomato anticipo: è incredibile, mi becco come amico l’unico cretino che non arriva tardi, ma prima!
22:00 ed eravamo arrivati. Non che fosse malissimo, ma sono uno stronzo nel dare i giudizi d’impatto, ergo avrei tenuto un alone di incertezza sul mio parere fino all’ultimo. Entrammo mentre si stava esibendo un ragazzo con la chitarra… Oddio ragazzo era in realtà un eufemismo considerato il suo aspetto. Quel vecchiaccio avrà avuto almeno trent’anni suonati e la cosa non dava certo punti al locale.
Sta di fatto però che non suonava cattiva musica in fondo e che quindi bene o male, con una birra in mano, mi ritrovai a cantare contagiato da quella folla tutt’intorno, che per non esatta sobrietà o attitudine naturale era decisamente stonata.
Era trascorsa così quasi mezz’ora, quando il tipo sul palco si esibì in un inchino lasciando vuota la postazione.
Ottimo, finiva già la serata? Mi voltai a guardare gli altri ragazzi con un aria sconcertata e scocciata al medesimo tempo e con sarcasmo esclamai: ”A nanna bimbi, è tardi! Ma che cazzo di serata finisce a ques…” Non feci in tempo a terminare il periodo. O meglio fui distratto da qualcosa che me lo impedì. Mentre la mia testa era totalmente rivolta alla mia sinistra, mi sentii afferrare per il braccio destro , che –tra le altre cose- era pure quello che reggeva il bicchiere ormai finito della birra. Mi voltai scontroso per cercare di individuare il responsabile di tutto mentre già esplodevo con un: ”Hey, che cazzo fai?!” . Era già tanto se non mi aveva rovesciato il bicchiere! Ma non era quello forse che dovevo preoccuparmi… Il ragazzo che mi aveva afferrato mi stava trascinando sul palco fregandosene bellamente della mia domanda ed in men che non si dica fui esposto a tutti.
”Che cazzo vuol dire ‘sta cosa, mi spieghi?” domandai allibito ancora una volta.
« now I want more, cause I'm getting bored! »



Prrr! :cuore2:
 
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