| Lunedì pomeriggio, la settimana era appena iniziata e la scuola mi aveva già stancato, la scuola richiedeva troppe energie non pensate? Non è che non mi piacesse studiare, oddio non ci andavo nemmeno pazza, erano ben noti i miei problemini scolastici, ma se volevo riuscivo a cavarmela benissimo, era tutta questione di buona volontà, d'accordo volontà che spesso io non avevo. Ma che potevo farci? D'altronde la mia vita era sempre stata un casino, anche se ultimamente mi sembrava quasi banale e troppo tranquilla, insomma non sembrava più la mia vita. Nessuno scandalo familiare, non ero più finita su gossip girl per la mia condotta poco raccomandabile, niente sesso, droga e rock n'roll, avevo persino una relazione stabile da qualche mese, se lo avessi detto appeno un anno prima non ci avrebbe creduto nessuno. La Serena Van Der Voodsen che tutti conoscevano sembrava essere svanita nel nulla, eppure una parte di me sapeva benissimo che era solo nascosta da qualche parte pronta a tornare all'attacco quando ce ne fosse stato bisogno, infondo tutti noi siamo quel che siamo, non potevo certo annullare me stessa, dentro me viveva ancora la regina di un tempo, non avevo più un trono e con questo? Una regina, resta una regina. Ma al momento la mia mente era presa da tutt'altro, quel giorno a scuola, da voci di corridoio, avevo appreso che Dan Humphrey, o meglio la galleria d'arte degli Humphrey, era stata derubata. Sapevo che forse questi non erano proprio affari miei, non dopo le discussioni avute qualche mese prima con Dan, eppure c'era una parte di me che non riusciva a non pensarci, si perchè anche se ci eravamo allontanati, forse un pò persi, qualcosa mi legava ancora a lui. Dan Humphrey, da molti considerato come un tipo qualunque, diciamo di nessuna importanza nell'Upper east Side, era stata la prima persona ad andare oltre le voci e le apparenze al mio ritorno in città, l'unico a non chiedere perchè fossi andata via, o a giudicarmi per quel che ero stata, era stato il primo ed unico ad accertarmi per quello che volevo iniziare ad essere, una ragazza normale. Forse era per questo che in quel momento non potevo che sentirmi vicina a lui, lui era stato vicino a me, quando quelli che credevo essere i miei amici mi avevano voltato le spalle e adesso io sentivo di volerci essere per lui. Così finite le lezioni, mi precipitai fuori dalla Costance, fiondandomi sul primo taxi che passava da quelle party,diedi l'indirizzo all'autista e appena quindici minuti dopo mi ritrovai lì, davanti la galleria degli Humphrey, che poi non sapevo perchè andai lì, non avevo nessuna certezza di trovarci Dan, eppure qualcosa mi diceva che era il posto giusto. D'altronde tentar non nuoce. Una volta giunta davanti l'ingresso, presi un bel respiro ed entrai, un'ondata di piacevole calore mi avvolse, sembrava essere un luogo accogliente, nonostante al momento apparisse un pò spoglio. Feci qualche passo avanti, c'era davvero troppo silenzio, tant'è che pensai di girare i tacchi e andar via, probabilmente non c'era nessuno, ma ormai ero lì, tanto valeva provare. "C'è nessuno?" Dissi dopo essermi schiarita la voce, continuando ad avanzare verso la stanza principale della galleria, in attesa di una risposta." I will always be a queen "
look me, now -- listen this song -- [/color] role scheme by danny -- img scusa l'attesa, ma in questi giorni ho lavorato tutto il giorno. >.<
|