★ eloise hawking
link scheda - 19, 14.04.1988 ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ Pensandoci a priori, forse, avevo davvero fatto una cazzata. Avrei potuto sentirmi appagata, contenta di aver finalmente ottenuto quello che volevo... quando, però, non succedeva questo? Vedete, non sono poi così negativa! Insomma, ammetto senza problemi di riuscire, di solito, ad avere ciò che desidero e, a mio parere, merito. Certo, sono sempre vittorie appena accennate, piccoli bocconi che non riescono davvero a sfamare. E' una questione di tenacia, se così vogliamo definirla, però. Credo che ormai ve ne siate accorti, no? E' difficile buttarmi giù, è difficile non farmi... cadere in piedi. In un modo o nell'altro, quindi, riesco sempre ad uscire a testa alta dalle situazioni.
Anche stavolta, quindi, le cose sarebbero potute andare così. Non si sa come o perché, però, mi ero tirata indietro, e, senza pensarci, avevo deciso. Non ci sarebbero stati smacchi, né vittorie. O almeno... per ora.
Forse, una parte di me, voleva davvero sentire che cosa mai Mark avesse da dire. Non dico che la cosa fosse assurda, ma... almeno strana, però, permettetemi di dirlo. Probabilmente sono un'egoista, ma, di solito, non mi faccio poi così tanti problemi per quello che pensano gli altri. Ognuno è pur sempre libero di agire come meglio crede, no? Stessa cosa vale per il... sentire, se così vogliamo chiamarlo. Non parlerei di sentimenti, sarebbe davvero una parola troppo grossa. In ogni caso, il punto non è questo. Così come si è liberi di comportarsi come si preferisce, allo stesso modo, penso, si è liberi di sentire quello che si vuole, senza, però, che gli altri se ne debbano preoccupare.
Insomma, vivi e lascia vivere. Di solito è questa la mia filosofia di vita, anche se, lo ammetto, spesso sono la prima a non seguire questa regola... è forse così sbagliato voler primeggiare, di tanto in tanto?
Dannazione, continuo a perdere il filo! Per una volta sarò sintetica: sono... sono un'egoista, un'insensibile, va bene? I problemi altrui non mi toccano. Non più di tanto, almeno. E, soprattutto... di solito. Di solito è così. Stavolta... beh, qualcosa doveva davvero starmi dando alla testa. Forse quel nuovo profumo per ambienti che mamma aveva comprato, quello che aveva sparso praticamente in tutte le stanze, e che, ad intervalli regolari, lasciava quella scia nauseante...!
Beh, qualunque cosa fosse, senza andare a trovare spiegazioni fantascientifiche, non mi faceva esattamente bene. Sapete com'è, passare da quella che si sente sempre dire di essere troppo rigida e menefreghista verso gli altri, a... a cosa? Voglio dire, come definire quello che mi passava per la testa in quel momento?
Solo un attimo prima mi ero voltata, stizzita, quasi vogliosa di urlargli in faccia qualcosa di pungente, e, perché no?, anche cattivo, per poi andarmene tutta soddisfatta. Solo un attimo prima ero fin troppo presa dalla mia furia nei suoi confronti, da quelle domande inutili quanto insensate che da qualche giorno mi vorticavano fastidiose nella testa.
E adesso?... Adesso non capivo. Sì, per quanto assurdo possa essere, non riuscivo esattamente a definire il mio stato d'animo. Pessimo, davvero pessimo per un'aspirante scrittrice. Non capire nemmeno sé stessi... e sperare di dar vita a personaggi con un che di realistico, di... umano?
Ecco, forse era questa la parola giusta. Per una dannata volta in vita mia, mi sentivo come tutti gli altri. Umana. Dotata di sentimenti e cazzate varie. Un vero schifo, insomma.
Il succo di la questione, in fondo, era semplice. Mi... mi dispiaceva per lui. Per Mark. Cercavo in tutti i modi di evitare i suoi occhi... solo per non sentirmi peggio. Insomma, lo ammetto: una parte di me, una microscopica parte di me stava cominciando a pensare che, forse, non avrei dovuto reagire così male. E' vero, mi aveva blandamente presa per i fondelli, ma... non era stato falso, da quel poco che mi era parso. Quella stessa sera sembrava già realmente pentito per il succedersi degli eventi. Ma io, sul momento, nemmeno avevo prestato attenzione alla cosa. E nemmeno nei giorni successivi... o forse sì?
Era semplicemente colpa di una parte del mio cervello, una piccola, piccolissima parte... che, evidentemente, aveva deciso di andare controcorrente. In condizioni normali avrei apprezzato la cosa, ma stavolta...
Mi ritrovai ad ascoltarlo, tenendo la bocca ben chiusa, quasi per non rischiare nemmeno di saltar su con... con qualsiasi cosa, azzardata o intelligente che fosse. Io... volevo ascoltarlo, d'accordo? Ero veramente curiosa di quello che aveva da dire. In fondo, solo un attimo prima, mi aveva stupita ancora una volta. Perché l'aveva presa tanto a cuore? Ero una sconosciuta, probabilmente non mi avrebbe rivista mai più... perché farsi tanti problemi? Perché... starci male?
Rispecchiata dalla sua prospettiva, ecco come mi vidi. Forse volle evitare di mettere in luce anche gli aspetti non esattamente amichevoli, che, senza problemi, gli avevo mostrato. Ma mi stupii, in ogni caso, di come mi dipinse. Davvero pensava quelle cose? Davvero... non ero stata poi così sgradevole?
Tutte quelle domande, quelle stesse domande che mi stavo ponendo mi davano decisamente fastidio, ma... in fondo, molto in fondo, ero d'accordo con lui. Insomma, rovesciando le carte in tavola, riferendole non alla sottoscritta, ma alla sua persona... dovevo ammettere che sì, la sua compagnia non era così male. Me n'ero già accorta in precedenza, ovviamente, ma avevo evitato di darci troppo peso. Era e restava un chiunque, se vogliamo. Quelle erano solo prime impressioni. Sono forse così piena di pregiudizi da dare così tanto peso alle prime impressioni?...
Si interruppe, per qualche momento, e mi decisi. Smisi di fuggire dal suo sguardo, andandomi invece a posare su quegli occhi maledettamente sinceri che avevo davanti. Sospirai, impercettibilmente, senza concedergli nulla di più. Lui sorrise, e, forse rincuorato, riprese. Il suo discorso continuò esattamente come quello che aveva appena detto, ma, nuovamente, mi stupii.
“No. Hai... hai risposto perfettamente.” esordii semplicemente, in quella che non era un'ammissione, ma un dato di fatto. “Sei stato più che esauriente. Ti... ti ringrazio, sì.” perché tutta quell'esitazione? Non era decisamente da me! Eppure... mi aveva spiazzata. Fin troppo. Era stato sincero? Ero convinta di sì. Ecco, forse era questo a lasciarmi così... senza parole. Chi, alla fin fine, è così pulito, nel parlare di qualcosa? Insomma, il discorso era lo stesso che avevamo già affrontato. C'è sempre un po' di menzogna nelle nostre parole... e allora perché non riuscivo a trovarne?
Odio, odio, odio non avere la risposta pronta!
•but I still haven't found what I'm looking for•